venerdì 29 maggio 2015

L'Aquila e la colomba: il nuovo romanzo di Amos Cartabia


Ed ecco in anteprima la copertina completa del nuovissimo romanzo di Amos Cartabia: L'Aquila e la colomba. Perché questo titolo?

Sono state fatte alcune scelte e, alla fine, come si legge poi nello stesso romanzo il vecchio gerarca nazista offre lo spunto alla giornalista per il titolo dell'articolo che la stessa farà sul suo giornale americano. L'aquila, lui, forte, potente negli anni della guerra e la Colomba, la sua anta genziana che lo porterà in volo a scoprire un qualcosa di diverso, di unico: l'amore.

Detto così sembra una storia d'amore, invece nel romanzo d'amore si parla solamente alla fine.

E' una storia particolare che deve far riflettere e i fatti narrati, sia quelli dei campi di sterminio che dell'avanzata e poi della fuga dei tedeschi devono portare il lettore ad immedesimarsi su ciò che è stato per poter NON dimenticare. Mi sono accorto che, purtroppo, soprattutto i giovani, di quel periodo sanno poco e se il romanzo facesse riflettere almeno uno di loro... io sarei già contento.

La Stazione del Sasso, a Fighille, esiste veramente e i pozzi descritti nel libro dove questo personaggio, Kesser, nascose oro e monete... esistono eccome, pensi che sono anche entrato in uno di questi, tutto in terra e sono del 1400.


Come si vede nell'immagine, poi la stazione del Sasso è reale (come gran parte delle cose descritte nel libro) e spero che venga ristrutturata perché ha fatto parte della storia di quei luoghi.

Il libro uscirà prossimamente e lei ha già richieste per delle presentazioni se non erro.

Esatto, ho già richieste e dopo Sorci e la stessa Fighille lo presenterò a Celle Ligure durante una rassegna letteraria, oltre che nella città di Treviglio nel mese di settembre.
La Pro Loco di Fighille sta operando per far conoscere l'opera che esalta la realtà quotidiana dei luoghi e delle persone di quella fantastica terra.

Lei è molto legato a quelle zone, se non erro.

Sì, la famiglia Barelli, proprietaria di Sorci è come se fosse la mia seconda famiglia e quel castello, con le sue storie e le sue leggende è un qualcosa di spettacolare, da vedere, da ammirare. Consiglio a tutti un fine settimana nella zona, cenare al Castello e il giorno dopo vedere Citerna (gioiello dell'Umbria) e Fighille con il suo Santuario, con la cava d'argilla e col museo (ex dogana pontificia).
A Citerna ci sono tante di quelle bellezze artistiche da vedere che non se lo immagina neppure...


E Kesser ?

Kesser se ne andrà come se ne sono andati altri personaggi delle mie storie e lascerà spazio a nuove avventure e a nuovi racconti (spero).

bene, allora invitiamo tutti i lettori a seguirla e diamo i codici e i costi di questo romanzo che è pieno di immagini particolari ed elaborate che danno il senso della storia stessa.

L'AQUILA E LA COLOMBA
da Sorci a Fighille il diario segreto di Adolf Von Kesser

Edizioni A.Car
isbn: 978-88-6490-121-3
prezzo: euro 18,00

venerdì 22 maggio 2015

Il nuovo romanzo di Amos Cartabia - parte 3


Buongiorno, eccoci nuovamente a parlare di questo straordinario romanzo storico. Nella foto ti vediamo assieme ai responsabili del Comune nella scelta delle immagini che, vista la bozza del libro, appaiono all'interno.

Già, è un libro diferente, ma come i precedenti segue il filone del "local thriller", luoghi veri e storia inventata (almeno in parte). In questo romanzo ci sono moltissime immagini, come un backstage del romanzo stesso con particolari anche della mia vista a Citerna e Fighille, oltre che immagini storiche che coinvolgono il lettore nella lettura e poi nella scoperta dei luoghi narrati.

Non vogliamo ancora svelare il titolo?

Non ancora, siamo in fase di correzione della bozza finale e... il titolo è un qualcosa di particolare, molto significativo e molto pungente.

Beh, molto pungente sicuramente, dato che si parla di nazismo... visto anche dagli occhi di un gerarca nazista.

Esatto, ho voluto mischiare le tre storie raccontandole in maniera differite ed unirle nella narrazione. Abbaimo, in corsivo, la lettura nel 1943/45, periodo alla fine della seconda guerra mondiale, poi abbiamo la narrazione ai giorni nostri e, particolare abbiamo la traduzione del diario che la giornalista trova in un campo di sterminio, scritta in prima persona proprio dalla mano del gerarca.


Hai avuto un buon appoggio da parte della popolazione?

Devo ammettere che sia il sindaco di Citerna che i responsabili della pro loco di Fighille mi hanno dato un grande contributo, hanno raccontato e offerto immagini inedite che troverete poi nel libro.

Ecco parlando delle immagini la scelta editoriale è particolare nella stampa del libro.

Sì, troveremo immagini con una bella didascalia di spiegazione in ogni pagina che porta il lettore al capitolo nuovo, più la parte finale dove troveremo una gran quantità di fotografie... che raffigurano proprio i luoghi ed i particolari descritti.

Nel libro, che sta ottenendo il parere favorevole di chi lo ha già letto in anteprima la tua scrittura è differente dalle precedenti, come mai?

Beh, nasce così... si evolve. Oggi se dovessi leggere una delle mie vecchie storie la butterei... spero che piaccia questa scrittura, questo modo di raccontare. La parte più complicata è quella del diario...

Ecco, scusa se interrompo, la parte del diario è particolare, come hai fatto a descrivere e narrare vedendo con gli occhi di un ragazzo del 1915 che improvvisamente si trova nella Germania nazista?

Non è stato semplice, devo ammettere che ho dovuto leggere molto, soprattutto le dichiarazioni fatte dai nazisti al Processo di Norimberga e poi tuffarmi con la mente nella mente di un personaggio dell'epoca, sottolinenadone l'esaltazione e, a volte la pazzia. Ho trovato nel tempo parecchie documentazioni, materiale che mi è servito per plasmare questa figura, non solo per la descrizione della città, una Berlino dell'epoca, ma proprio per la descrizione degli stati d'animo, dei comportamenti e dell'euforia che pian piano si trasformava in cruda certezza che quell'ideale stava svanendo.

Bene, allora lasciando ancora la suspance sull'uscita del libro che conta oltre 500 pagine... continuo la mia lettura di questa opera straordinaria.

Sì, il libro uscirà a fine giugno, come ti ho detto stanno sistemando l'impaginato e stanno operando affinché quei piccoli errori vengano ripuliti. Ho già parecchie richieste di presentazioni e, questa cosa, mi fa piacere.

... continua...


venerdì 8 maggio 2015

Il nuovo romanzo di Amos Cartabia - parte 2

Ed eccoci nuovamente a parlare di questo libro che vedrà l'uscita per la prossima estate. Un libro che, sentendo chi in anteprima lo ha già letto, supera ogni aspettativa introducendo il lettore in pensieri lontani nel tempo, dimenticati o appositamente da dimenticare.

Amos, tu parli di un campo di concentramento, di Birkenau, lo hai visitato?

Sì il mio libro è anche una denuncia perché nelle due visite che ho fatto al campo ho trovato che l'abbandono dello stesso sta portando alla distruzione completa di un posto che, secondo il mio avviso, andrebbe tutelato pienamente affinché non ci si possa dimenticare un giorno di ciò che è accaduto. Birkenau è enorme, alla destra abbiamo ancora ciò che rimane delle grandi baracche di legno che, purtroppo a causa delle intemperie invernali e dell'età, stanno cadendo e sgretolandosi. Il lavoro di mantenimento è grande, ma non possiamo permetterci di abbandonare quel luogo che fa parte della nostra storia.

Tu nel libro, di cui ancora non sveliamo il titolo parli di Birkenau ai giorni nostri, visto con gli occhi di una persona qualsiasi e parli del campo sotto il regime nazista, quando fu costruito.

Esatto, ho fatto degli studi, ho trovato documentazioni e piantine di costruzione del campo, mi sembrava logico inserire questi passaggi. La nascita e la costruzione, gli anni ottanta e i giorni nostri. Nel libro ci sono tre passaggi temporali, infatti.


E Fighille e Citerna che ruolo hanno nel libro?

Beh, innanzitutto ho scoperto che la Stazione del Sasso, ai piedi di Citerna, nella frazione Fighille, era adoperata sino ai primi anni cinquanta, dopo di che è stata chiusa. Una di quelle vecchie linee ferroviarie che durante il periodo del fascismo avevano visto la loro prospera esistenza e poi sono decadute con l'avvento di mezzi di trasporto migliori e più veloci, anche perché la manutenzione di quei tratti, tra le montagne dell'Umbria, era comunque costosa. Il romanzo narra tante verità e mischia tanta fantasia; ad esempio vero è che furono rubate parecchie opere d'arte nella zona, dunque io ho inserito un passaggio storico in cui Citerna e Fighille erano il punto di scambio delle merci che poi risalivano verso la Germania.

E nei tempi moderni?

Beh Citerna è un gioiello arroccato su una collina, il primo paesino dell'Umbria se si scende da nord; ha i suoi camminamenti medievali, ha le vasche di purificazione delle acque sempre di periodo medievale, Fighille ha le cave di argilla usate già in epoca romana e... un finesettimana tra le chiese di Citerna potrà aprirvi gli occhi sulle innumerevoli opere d'arte che contengono. Non voglio dirvi nulla di più, perché all'interno di Citerna troverete anche uno dei più piccoli teatri (funzionanti) d'Italia, mi sembra si chiami teatro Bontempelli... grazioso, ben curato e particolare. In più, il Santuario di Petriolo, a Fighille è un qualcosa di spettacolare.... ma tutta la zona di per sé è bella, verde, pulita, con gente fantastica, sempre disponibile...

Nel libro poi parla anche del Castello di Sorci.

Beh sì, quello è un gioiello... e durante la seconda Guerra Mondiale fu postazione tedesca per pochissimi giorni, poi se ne andarono. Ecco io ho utilizzato, ampliandolo, questo spazio temporale


in cui i tedeschi stanziarono nel maniero e, in più, conoscendone ogni angolo nascosto, ogni segreto, ho plasmato quella parte del romanzo affinché la stessa struttura di Sorci contenesse ancora quei segreti che nella zona... tanti ne parlano!

Parla del Fantasma?

Non solo, parlo anche dei cunicoli nascosti, parlo dei ritrovamenti di bossoli di particolari della seconda guerra mondiale, parlo di pozzi segreti...

Ecco, appunto, lei utilizza molto dei luoghi reali per narrare questa storia, come i pozzi o la stazione del Sasso...

Beh, quelli esistono, i pozzi io li ho visti, uno vuoto e l'altro pieno... è stato semplice poi costruirci la storia attorno.

Ma allora non è vero che all'interno di questi pozzi possono esserci ancora tesori?

Beh, vero o non vero, io so che son state trovate tante cose e non solo del periodo fascista o nazista, ma anche risalenti il periodo medievale, addirittura romano. Se pensa che nelle segrete del Castello ci sono ancora delle macchine di tortura originali del 1400 o addirittura  innesti in cotto di epoca romana che servivano per portare acqua calda sino a Città di Castello, se pensa che sono state ritrovate punte di lancia del paleolitico... guardi che il libro non racconta altro che una piccola parte di realtà, come a Fighille la cava di argilla, una delle più usate in periodo romano... e ancor oggi di altissima qualità.

Vogliamo parlare, invece del Piccolo Museo di Fighille?

Beh nel libro si parla anche di questo, ma lascerei alla prossima intervista questa parte...

... continua...

mercoledì 6 maggio 2015

Il nuovo romanzo di Amos Cartabia - parte 1

Ed eccoci quasi pronti ad una nuovissima avventura letteraria, un libro differente, un qualcosa di nuovo che vedrà la luce il prossimo mese, ambientato proprio in quell'angolo di Paradiso molto amato dallo scrittore che, come in passato,recupera la memoria storica di luoghi incontaminati, reali, per plasmarli all'interno di questo straordinario romanzo.



Ma facciamo un passo indietro... e iniziamo proprio dall'inizio di questo romanzo storico:

Perché hai voluto scrivere questo romanzo storico?

Tutto nasce perché il mio interesse per la parte storica, soprattutto per la seconda guerra mondiale mi ha portato ad inventare un qualcosa di particolare. Dunque storia e amore, passione e violenza, ideali e pazzia all'interno di un romanzo che porta il lettore a riflettere, a pensare e anche a vedere un qualcosa di lontano, un periodo che non va assolutamente dimenticato.

Castello di Sorci e Fighille, Citerna.

Beh, se non ci siete mai stati vi consiglio una "gita fuori porta" al fine di ammirare quelle bellezze, quei gioielli che abbiamo a portata di mano, con poche ore di macchina, e che ci aspettano per farci apprezzare una bellezza naturale, gratuita, che può ancora donarci qualcosa di particolare: la bellezza storica dei luoghi unita alla semplicità e all'armonia del posto. Citerna mi ha immediatamente conquistato, una cittadina arroccata sulla collina, con i suoi camminamenti medievali, poi Fighille, una piccola frazione ai piedi della stessa Citerna, con la sua storia, con il suo santuario "particolare" e con la sua straordinaria forza.

E il castello di Sorci?

Beh, quello è particolare, forse una delle poche strutture del 1100 ancora in piedi che nasconde centinaia di segreti, migliaia di storie e anche... il suo fantasma.

Ma torniamo al libro, questa volta non parliamo di un "local thriller"anche se hai unito reale e fantasia in maniera impeccabile.

Il genere "local thriller" nasce anni fa proprio su una mia iniziativa e, come si vede dagli ultimi lavori, cerco sempre di inserire anche le immagini dei posti che vado a descrivere all'interno del volume. Anche questa volta possiamo far inserire questo racconto in quel genere, anche se non parliamo di thriller, bensì di un romanzo che ha radici nel passato e lo sviluppo ai giorni nostri.

Esatto, la protagonista è una giovane giornalista americana che svolge la sua attività giornalistica alla ricerca di questo vecchio personaggio nazista.

Sì, la casualità a volte ti porta a scoprire cose più grandi di te. Tutto inizia nel 2014 e si prolunga proprio nel 2015. Un viaggio, che anche io ho fatto, al campo di sterminio di Birkenau, in Polonia, che consiglio vivamente, al fine di non perdere quella memoria storica che ci permette di non rifare gli stessi errori. Un viaggio particolare che porterà la giornalista a scoprire un diario, il diario segreto di un vecchio Ufficiale Nazista che, negli anni ottanta, a causa di una malattia, decide di nascondere proprio in quel luogo affinché qualcuno, in futuro, possa leggere ciò che realmente è stato fatto, è stato commesso.

Io ho letto il libro... il titolo...

Non diciamolo ancora, il titolo è particolare. Abbiamo (e parlo in plurale perché sono state coinvolte parecchie persone nella lettura e nelle correzioni dei passaggi del libro e nella ricerca di quel titolo che ha un significato profondo) cercato di dare lo spunto finale attraverso il titolo e... l'amore è ciò che poi ha convinto il protagonista a modificare completamente la sua vita.

Un sacco di documenti... son tutti vero?

Una parte sì, una parte inventata. Il libro va preso come un qualcosa di inventato anche se la parte reale, soprattutto quella della Berlino dei primi anni della guerra riflette in maniera perfetta proprio quel periodo storico. Le documentazioni raccolte sono reali, ma sono state modificate affinché la lettura portasse il lettore ad apprezzare tutta la storia.

Bene, io inviterei i lettori, il tuo pubblico ad attendere ancora prima di svelare qualche particolare... magari un assaggio del libro lo possiamo donare?

Certo...


«Speriamo che non cada proprio oggi!», sussurrò tra sé mentre continuava a scattare foto che riguardava immediatamente nello schermo della macchina digitale.
Si avvicnò ad uno dei “loculi” che un tempo sicuramente avevano ospitato sette, otto o anche nove persone, toccò la parete “incipriata” da calce bianca e provò un brivido freddo lungo la schiena.
Era come entrare nelle immagini di quel film, nella cruda realtà di un tempo che aveva conosciuto solo per mezzo della pellicola cinematografica.
Si guardò attorno, nel silenzio più macabro che quel luogo poteva nascondere.
Tutto, nel suo abbandono, era rimasto intatto.
Chiuse gli occhi pensando a quei poveracci rinchiusi nelle baracche, pensando alle persone che avevano sofferto nei loro scarni corpi e pensò a come era possibile che il mondo, nell’età moderna, avesse permesso un simile “sfacelo” umano.
Si guardò attorno.
“Non farlo… non puoi farlo” si disse, ma sentì l’impulso irrefrenabile di provare a sdraiarsi all’interno di quell’angusto spazio, sentiva che doveva farlo, mentre la parte razionale della mente continuava a suggerire di desistere, di scattare delle immagini e di lasciare quella baracca tremolante.
Era più forte di lei. Quel tavolaccio, e poi quello superiore, e poi quello inferiore, tre linee che ospitavano nove persone ciascuna, poi altri “loculi” e quella targhetta in inglese che sottolineava che in quella linea di asso dormivano almeno novanta persone, tutte accatastate una sopra l’altra, una accanto all’altra, senza spazio, senza nulla di “umano” e di degno per una vita umana.
Si avvicinò al pilastro in mattoni; una piccola insegna in cartone.
Osservò brevemente la piccola targhetta che spiegava che in quell’angusto posto, su quel tavolaccio di legno, dormivano nove persone.

Indietreggiò scattando una fotografia alla scaletta a pioli in legno che rimaneva nella stessa posizione da oltre settant’anni. Guardò oltre la finestra oramai distrutta dal tempo, mentre il vento soffiava imperterrito entrando nelle fessure di quella baracca che a malapena stava reggendo ancora il peso dell’età. 

Questa è la parte in cui Susan, proprio all'inizio, entra in una di queste "baracche" in mattoni all'interno del Campo di Birkenau.

Ma avremo modo di raccontare altri passaggi....

... continua...